Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – SPRAR
Opportunità per gli Enti locali
Premessa
L’attuale sistema di accoglienza italiano è caratterizzato da una moltitudine di centri di accoglienza frastagliati, con caratteristiche giuridiche difformi e che perseguono obiettivi diversi, quando non palesemente contraddittori tra loro, e che riflettono una gestione del fenomeno imperfetta.
Punto critico principale è la forte presenza di centri di accoglienza straordinari (CAS) che ricoprono più del 70% del fabbisogno di posti in accoglienza, contrariamente alle attuali disposizioni normative che invece prevederebbero l’istituzione di centri straordinari come risorsa del tutto marginale rispetto all’accoglienza ordinaria. I CAS sono caratterizzati da una gestione spesso improvvisata ed evidentemente al di sotto degli standard qualitativi previsti dalla normativa stessa ed insistono sui territori senza alcun controllo, autorizzazione o coinvolgimento dell’Ente locale che però ne subisce indirettamente la presenza in termini economici e di potenziali tensioni sociali.
Unico approccio razionale, di certo perfettibile ma che è cresciuto nel tempo anche in merito a buone prassi e risultati raggiunti, risulta essere il modello di accoglienza Sprar, basato sul principio dell’accoglienza diffusa ed integrata.
Gli enti locali che fanno parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) sono infatti distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Caratteristica principale dei progetti territoriali del Sistema di protezione, all’interno delle misure di accoglienza integrata, è la realizzazione di attività di accompagnamento all’inserimento sociale attraverso la conoscenza del territorio e l’effettivo accesso ai servizi locali, come l’assistenza socio-sanitaria. Sono inoltre previste attività per facilitare l’apprendimento dell’italiano e l’istruzione degli adulti, l’iscrizione a scuola dei minori in età dell’obbligo scolastico, interventi di orientamento ed informativa legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status, percorsi formativi e di riqualificazione professionale per promuovere l’inserimento lavorativo, etc.
Non solo vitto e alloggio dunque ma erogazione di servizi specifici secondo standard qualitativi previsti da un “Manuale operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione”.
L’obiettivo ultimo è quello di favorire l’inserimento socio-economico di ogni singola persona accolta attraverso un percorso di (ri)conquista della propria autonomia.
All’interno del Sistema SPRAR vengono anche previsti progetti specializzati per l’accoglienza e sostegno di persone portatrici di specifiche vulnerabilità: persone disabili o con problemi di salute (fisica e mentale), minori non accompagnati, vittime di tortura, nuclei monoparentali, donne sole in stato di gravidanza.
L’accoglienza prevista all’interno dei progetti SPRAR prevede la costituzione ed il rafforzamento di una rete territoriale con tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti a vario titolo nel percorso di inclusione degli stranieri richiedenti o titolari di protezione internazionale. A tal proposito sono anche previste risorse per finanziare attività ed iniziative di informazione e sensibilizzazione per tutta la comunità locale.
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Per approfondimenti:
Lo Sprar oggi:
http://www.sprar.it/images/
Le novità previste:
Il nuovo Decreto 10 agosto 2016 “Modalità di accesso da parte degli enti locali ai finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell’asilo per la predisposizione dei servizi di accoglienza per i richiedenti e i beneficiari di protezione internazionale e per i titolari del permesso umanitario, nonche’ approvazione delle linee guida per il funzionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” – GU n.200 del 27-8-2016