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Ora la riforma, ripartiamo dal proporzionale e introduciamo le preferenze

Legge elettorale, Brescia (M5S): “Ora la riforma, ripartiamo dal proporzionale e introduciamo le preferenze”

di Giovanna Casadio

“Ripartiamo dal modello proporzionale di cui abbiamo già discusso a Montecitorio e facciamo in fretta, prima possibile”. Giuseppe Brescia, il presidente grillino della commissione Affari costituzionali, pensa che si debba fare di necessità virtù: lo stop alle alleanze giallo-rosse a Roma e Torino può essere l’occasione per ripartire dal proporzionale ribattezzato con il suo nome, il Brescellum. Dice: “Il mio è un appello ai partiti: rimbocchiamoci le mani e riprendiamo l’esame della legge elettorale da dove l’abbiamo lasciato, introducendo le preferenze”.

Presidente Brescia, una parte del Pd, come ha scritto Repubblica,  fa pressing sul segretario Enrico Letta per il proporzionale, è un’idea che le piace?  

“Sì, assolutamente. È arrivato il momento di riprendere in mano il dossier legge elettorale e di avviare in commissione una riflessione su tutte le riforme in cantiere e in particolare sulla legge elettorale. Come si diceva prima dell’approvazione del taglio dei parlamentari, una riforma elettorale in chiave proporzionale sarebbe stata assolutamente necessaria. Peccato che dopo l’approvazione della riforma epocale che riduce il numero dei parlamentari, proprio quelle forze politiche che la sostenevano, ovvero Pd e Italia Viva hanno cambiato idea e hanno cominciato a spendersi per il maggioritario. Quindi bene che ora si torni a parlare di proporzionale”.

Per i 5Stelle, il suo partito, da sempre a favore di un modello proporzionale, è un invito a nozze?  

“Abbiamo sempre sostenuto la riforma elettorale proporzionale, anche quando si parlò di Italicum che avrebbe spianato la strada ai 5Stelle per governare da soli. Ma il proporzionale è la legge giusta per i cittadini, perché ne rispetta la volontà”.

Erano altri tempi. Ora il M5S  è in transizione, per non dire nel caos.  

“Stiamo riflettendo su come rilanciare il nostro progetto politico. Ma ciascuno deve mantenere la propria identità e quindi il proporzionale garantisce proprio questo e dà la possibilità di presentarsi davanti agli elettori con le idee chiare. Le alleanze si faranno in Parlamento perché è quello il luogo dove formare le maggioranze che appoggiano i governi”.

Il ritorno del proporzionale tra i dem nasce, però, dallo stop dell’alleanza giallo-rossa per le amministrative. Da una sconfitta può venire qualcosa di buono?  

“Proprio la vicenda delle amministrative mostra quanto sia opportuno parlare di proporzionale. Il testo che ho presentato era il punto di caduta tra le forze che appoggiavano il Conte bis e prevedeva una soglia di sbarramento al 5% voluto dal Pd per evitare la frammentazione e garantire una certa stabilità”.

Quindi ricominciare dal Brescellum?  

“È quello il modello da cui ripartire. Bisogna accelerare, cancellando la cattiva abitudine italiana di fare la legge elettorale a uso e consumo delle maggioranze di turno in prossimità della scadenza della legislatura”.

Ma discutere di legge elettorale, non significa scuotere l’albero della campagna elettorale e avvicinare il voto?   

“Non penso che se c’è un dibattito e una nuova legge elettorale si debba andare al voto. Ovviamente una legge elettorale c’è, perfettamente funzionante, è il Rosatellum, ma non è che solo per questo qualcuno pensa di andare a votare”.

Renzi si mise di traverso sul proporzionale, ora cosa si aspetta?  

“Da Renzi ci si può aspettare di tutto. All’epoca il proporzionale era il modello più aderente alla sua proposta, ma subito dopo fece sapere di puntare sul maggioritario. Su Renzi non si può fare affidamento”.

La maggioranza è cambiata e ora c’è la Lega che è saldamente per il maggioritario: ci sono più ostacoli?  

“Quando si parla delle regole del gioco politico è evidente che bisogna allargare il più possibile la platea della scelta. Da presidente di commissione spero che si avvii una discussione nella sede più opportuna che è appunto la commissione Affari costituzionali. Avevamo già votato il testo base. La soluzione deve essere scelta per fare gli interessi dei cittadini: quello è l’obiettivo, non certo gli interessi dei partiti”.

Come si scelgono i parlamentari?   

“Non più liste e listini bloccati, basta parlamentari scelti dalle segreterie dei partiti. Penso che le preferenze siano il modo per restituire la scelta dei rappresentanti nelle mani dei cittadini”.

la Repubblica