“Esistono due categorie di persone nel mondo: gli italiani e chi vorrebbe esserlo.”
Nel resto del mondo essere italiano è “cool”. Noi invece ormai soffriamo di un certo senso di inferiorità nei confronti degli americani, dei tedeschi, degli inglesi assolutamente ingiustificato.
Ogni italiano dovrebbe tenere sempre bene a mente la storia del proprio Paese e i personaggi incredibili che l’hanno fatta. Noi siamo il Paese di Dante Alighieri, di Leonardo Da Vinci, di Giotto, Raffaello e Michelangelo, di Puccini, di Verdi, di Leopardi e dio solo sa quanti nomi sto omettendo da questo elenco delle meraviglie.
Siamo il Paese dell’arte, della poesia, delle bellezze naturali, abbiamo laghi, mari e monti magnifici, paesaggi mozzafiato. Abbiamo una tradizione enogastronomica unica al mondo, assolutamente insuperabile. In quanto a bellezza, insomma, siamo imbattibili!
A tutta questa infinita bellezza però si contrappone un’altrettanta immensa bruttezza fatta di mafia e corruzione. Come sé l’uomo avesse dovuto, con la sua azione, bilanciare in peggio la troppa grazia che la Storia ci aveva regalato.
La commissione VII di cui mi pregio di far parte viene chiamata per questioni di comodità “Comissione Cultura” ma in realtà si occupa di una serie importante di tematiche che spaziano dall’istruzione alla scienza, dai beni culturali all’informazione, dallo sport alla ricerca, allo spettacolo. Bene, se vi dovessi dire quali atti normativi siano stati licenziati da questa Commissione in questi due anni di lavori, avrei difficoltà ad individuarne più di tre o quattro.
Ma come, sussulterete, in una Commissione parlamentare che deve occuparsi di tematiche così importanti, in un Paese che dovrebbe fare dell’arte, della Cultura il suo punto di forza, non si fa nulla di che. Be’, anche noi del MoVimento 5 Stelle non ce ne capacitiamo ma purtroppo è così. La politica non dà alcuna importanza a questi argomenti e l’unico motivo che spinge i partiti ad occuparsi di Cultura sono i soldi. O meglio, i soldi che attraverso fondazioni, associazioni, eventi, aziende ecc i partiti e i loro amici possono spillare allo Stato.
In due anni sono stati quattro i provvedimenti di peso discussi dalla Commissione VII, quattro decreti governativi, i primi due dal governo Letta: uno varato dall’ex ministro Bray e uno dall’ex ministro Carrozza; gli altri due dal governo Renzi: quello di Franceschini e l’ultimo, ancora in discussione, ad opera del ministro Giannini.
I due provvedimenti sulla scuola non hanno introdotto grandi novità in positivo e quello che non ha ancora terminato il suo iter rischia di peggiorare e di molto la situazione dell’Istruzione in Italia.
Riguardo tutto il resto, stendendo un velo pietoso su argomenti fondamentali come la Ricerca per cui non si è fatto assolutamente nulla, qualcosa di positivo hanno proposto Bray prima e Franceschini poi.
L’ex ministro Bray col suo decreto ha fatto fondamentalmente due cose: a riordinato le Fondazioni lirico sinfoniche ed ha adottato un piano straordinario per la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del sito di Pompei. Questi erano i due pilastri del suo provvedimento anche se le note più positive vengono da due misure minori che riguardavano lo spettacolo dal vivo e il cinema con l’introduzione del tax credit, strumento positivo per sostenere il mercato di questi due settori molto in difficoltà.
Anche Franceschini si è occupato di bisogni contingenti, ha infatti previsto nel suo unico provvedimento il commissariamento della Reggia di Caserta, che però versa ancora oggi in condizioni vergognose, ed ha anche lui avuto il merito di introdurre una misura davvero utile ed intelligente, il cosiddetto Art bonus, ossia un regime fiscale agevolato di natura temporanea, sotto forma di credito d’imposta, in favore di chi effettua erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo.
Ma, riconosciuti i giusti meriti per questi due ministri, bisogna dire “E’ tutto qui!”. Finito, non c’è più nulla. Questo è tutto quanto due governi del PD sono riusciti a fare per il più grande patrimonio artistico culturale del mondo.
L’Italia detiene il 60% del patrimonio artistico culturale dell’intero pianeta. L’arte e la cultura dovrebbero essere al centro dei pensieri di ogni governo ed invece cosa siamo riusciti ad ideare per valorizzare il nostro immenso patrimonio, per attrarre visitatori da tutto il mondo? L’Expo. Questa è stata la geniale risposta della politica all’esigenza del nostro Paese di fare leva sul proprio straordinario patrimonio anche per cercare di risollevarsi dalla profonda crisi che lo attanaglia ormai da quasi un decennio. E non esagero quando dico che l’arte e la cultura possono essere il vero volano per uscire dalla crisi. Nessuno come l’Italia può dire una cosa del genere. Ma per realizzare un così ambizioso obiettivo bisogna essere coraggiosi e bisogna smetterla di rincorrere modelli fallimentari. Saremo sempre secondi alla Germania, agli USA, alla Cina e all’India in quanto a capacità produttiva, su questo non c’è dubbio. Ma i tedeschi, gli americani, i cinesi e gli indiani sogneranno sempre di essere italiani e data l’impossibilità di realizzare questo loro sogno si accontenteranno di visitare le nostre meravigliose città, di ammirare le nostre straordinarie opere d’arte, di assistere ai nostri spettacoli, gustare il nostro vino e le bontà della nostra terra, quindi tutto quello che dobbiamo fare è tutelare questo capitale e trovare i modi migliori per valorizzarlo al massimo.
Ma per questo serve gente libera, gente che non dipenda dai grandi gruppi industriali, dalle superpotenze economiche, dalle multinazionali. E questo governo, come tutti i precedenti, non è libero. Per niente!
Un paio di esempi sono emblematici, due decreti: lo “Sblocca Italia” e il “Salva Ilva”. Questi due provvedimenti sono il perfetto esempio di come non si dovrebbe governare il nostro Paese e di come purtroppo lo si governa. Il primo è un decreto che dà il via libera a cementificazione e trivellazione selvaggia; il secondo è la prova della cecità di una politica che continua a tutelare un’azienda che produce inquinamento anziché valorizzare una città meravigliosa, con una storia importantissima come Taranto.
In conclusione, finché partiti corrotti e interessi miliardari saranno al timone la nave Italia andrà sempre di più verso una preoccupante deriva; solo quando l’onestà prenderà il sopravvento raggiungeremo il porto sicuro della bellezza.